L’Ivabradina non migliora gli outcome cardiaci nei pazienti con malattia coronarica stabile e disfunzione sistolica ventricolare sinistra
L’Ivabradina ( Corlentor ) inibisce in modo specifico la corrente If nel nodo senoatriale, abbassando la frequenza cardiaca, senza interferire con le atre funzioni cardiache.
Lo studio BEAUTIFUL ( morBidity-mortality EvALUaTion of the Ifinhibitor ivabradine in patients with coronary disease and left ventricULar dysfunction ) ha valutato se l’abbassamento della frequenza cardiaca con Ivabradina fosse in grado di ridurre la mortatlità e la morbidità cardiovascolare nei pazienti con malattia coronarica e disfunzione sistolica ventricolare sinistra.
Nel periodo intercorso tra il 2004 e il 2006 sono stati arruolati 10.917 pazienti con malattia coronarica e frazione d’eiezione ventricolare sinistra inferiore al 40%.
I pazienti sono stati assegnati a ricevere Ivabradina 5 mg iniziali e dosaggio target a 7.5 mg, 2 volte die ( n=5.479 ), oppure placebo ( n=5.438 ).
Tutti i pazienti hanno ricevuto un trattamento cardiovascolare appropriato.
L’endpoint primario composito era rappresentato da: morte cardiovascolare, ricovero in ospedale per peggioramento dell’insufficienza cardiaca o scompenso cardiaco di nuova insorgenza .
La frequenza cardiaca media al basale era di 71.6 battiti per minuto ( bpm ).
Il periodo osservazionale mediano è stato di 19 mesi.
L’Ivabradina ha ridotto la frequenza cardiaca di 6 bmp ad 1 anno ( corretto per i valori del placebo ).
La maggior parte ( 87% ) dei pazienti era in trattamento con beta-bloccanti in aggiunta al farmaco dello studio; non è stato riscontrato nessun problema di sicurezza.
L’Ivabradina non ha esercitato alcun effetto sull’endpoint primario composito ( hazard ratio, HR=1; p= 0.94 ).
Il 22.5 % dei pazienti nel gruppo Ivabradina ha presentato gravi eventi avversi, contro il 22.8% dei controlli ( p=0.70 ).
In un sottogruppo prespecificato di pazienti con frequenza cardiaca di 70 bpm o maggiore , il trattamento con Ivabradina non ha modificato l’outcome composito primario ( HR=0.91; p=0.17 ), la morte cardiovascolare, o il ricovero ospedaliero per nuova insorgenza di scompenso cardiaco o peggioramento dell’insufficienza cardiaca.
L’Ivabradina ha ridotto gli endpoint secondari: ricovero ospedaliero per infarto miocardico fatale o non-fatale ( 0.64; p=0.001 ) e rivascolarizzazione coronarica ( 0.70; p=0.016 ).
In conclusione, la riduzione della frequenza cardiaca con Ivabradina non ha prodotto miglioramenti degli outcome cardiaci in tutti i pazienti con malattia coronarica stabile e disfunzione sistolica ventricolare sinistra; Ivabradina potrebbe essere impiegata per ridurre l’incidenza di outcome di malattia coronarica in un sottogruppo di pazienti che hanno frequenza cardiaca di 70 bpm o maggiore ( Xagena2008 ).
Fox K et al, Lancet 2008; 372 : 807-816
Cardio2008 Farma2008
Indietro
Altri articoli
Efficacia comparativa della tomografia computerizzata iniziale e dell'angiografia coronarica invasiva in donne e uomini con dolore toracico stabile e sospetta malattia coronarica
È stata valutata l'efficacia comparativa della tomografia computerizzata e dell'angiografia coronarica invasiva in donne e uomini con dolore toracico stabile...
Esiti a lungo termine nei pazienti con malattia coronarica stabile, trattati con Flecainide per fibrillazione atriale
I farmaci antiaritmici di classe 1C ( AAD ) sono stati associati a danno nei pazienti trattati per aritmie ventricolari...
Strategia invasiva o conservativa iniziale per la malattia coronarica stabile
Tra i pazienti con malattia coronarica stabile e ischemia moderata o grave, non è chiaro se gli esiti clinici siano...
ESC 2019 - Studio THEMIS, Ticagrelor associato all'Aspirina riduce gli eventi ischemici nei pazienti affetti da diabete con malattia coronarica stabile
La combinazione di Ticagrelor ( Brilique ) e di Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) riduce gli eventi ischemici rispetto alla...
Anticoagulazione orale con e senza singola terapia antipiastrinica nei pazienti con fibrillazione atriale e malattia coronarica stabile oltre un anno dopo impianto di stent coronarico: studio OAC-ALONE
Nonostante le raccomandazioni contenute nelle linee guida e nei documenti di consenso, non è stato condotto uno studio controllato randomizzato...
Ticagrelor nei pazienti con diabete e malattia coronarica stabile con anamnesi di precedente intervento coronarico percutaneo: studio THEMIS-PCI
I pazienti con malattia coronarica stabile e diabete mellito con precedente intervento coronarico percutaneo ( PCI ), in particolare quelli...
Terapia antitrombotica con Rivaroxaban per la fibrillazione atriale con malattia coronarica stabile
Esistono dati limitati da studi randomizzati che hanno valutato l'uso della terapia antitrombotica in pazienti con fibrillazione atriale e malattia...
Ticagrelor nei pazienti con malattia coronarica stabile e diabete mellito
I pazienti con malattia coronarica stabile e diabete mellito che non hanno avuto un infarto del miocardio o un ictus...
Rivaroxaban con o senza Aspirina nei pazienti con malattia coronarica stabile
La malattia coronarica è una delle principali cause di morbilità e mortalità in tutto il mondo ed è una conseguenza...
Rivaroxaban con o senza Aspirina nei pazienti con malattia coronarica stabile
La malattia coronarica è una delle principali cause di morbilità e mortalità in tutto il mondo ed è una conseguenza...